Un esempio di qualche linea di tale file e':
nameserver 42/tcp name # IEN 116 whois 43/tcp nicname domain 53/tcp nameserver # name-domain server domain 53/udp nameserver
Il secondo campo consiste di due sottocampi separati da una barra ("/"):
Tutti gli altri nomi che eventualmente seguono sono dei nickname o alias del servizio dato.
Un simbolo di hash ("#") e' seguito da un commento fino a fine riga.
Entrambi i computer, client e server, devono possedere in /etc/services la linea descrittiva di un servizio per poterlo usare.
Se il servizio e' amministrato dal superdemone inetd, il file di configurazione di questo deve usare il nome ufficiale del servizio.
Uno stesso servizio puo' comparire piu' volte con lo stesso nome e numero di porto se i protocolli usati sono deiversi.
Una tipica linea di tale file ha la forma:
tcp 6 TCP # transmission control protocol
Il primo campo e' il nome del protocollo, ufficiale, cosi' come si incontra in /etc/services.
Il secondo numero e' l'identificativo di protocollo, ed e' il valore che si puo' mettere nell'apposito campo della funzione socket se si desidera aprire un socket con un protocollo non di default.
Il terzo campo e' l'identificativo della semantica di protocollo per l'architettura interna dei drivers, e in pratica e' sempre espresso col nome del protocollo in maiuscole.
Segue un eventuale commento.
Il file /etc/protocols lista tutti i protocolli supportati dal sistema operativo corrente.